Estote parati

Carlo Rovelli: “L’Italia mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, ma siccome ho osato criticare il ministro della difesa, il mio intervento è stato cancellato“.

Evocare il fascismo può sembrare anacronistico, ma molto dipende dall’accezione che si vuole dare a questo concetto: e cioè se inteso come fenomeno storico circoscritto e irripetibile nelle sue manifestazioni esteriori, o come atteggiamento mentale di sottomissione attiva all’imbonimento di sistema.

Certamente lo zeitgeist, l’odierno spirito del tempo, è quello della necessità del pensiero unico, dell’adesione cognitiva alla narrazione omologante, quella da cui non è possibile dissociarsi pena l’emarginazione sociale.
È successo con la crisi finanziaria del 2008, poi dal 2019 con la crisi pandemica; succede dal 2022 con la crisi bellica in Ucraina. E ogni volta la coercizione si è fatta più cogente, ogni volta gli aedi del sistema sono diventati più sfrontati nello stilare liste di proscrizione da offrire alla riprovazione collettiva.

Se questo non è in essenza fascismo, allora è qualcosa che gli assomiglia parecchio.


Pubblicato in Riflessioni, Società | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Cina, Iniziativa per una Sicurezza Globale.

Il 21 febbraio scorso il Ministero degli esteri della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un documento che esprime la visione di Xi Jinping sulla questione, oggi più scottante che mai, della sicurezza globale. Il documento, intitolato Iniziativa Globale per la Sicurezza (GSI), pare che quantomeno in Occidente non abbia avuto la risonanza politico-mediatica che l’argomento il rango della potenza cinese avrebbero meritato.

La Cina, benché definita dagli USA come il principale avversario (tanto da essere indicata, in un documento ufficiale NATO del 2021, come “il nemico collettivo dell’Occidente”) ha un interesse strategico verso la pace in Europa (Cfr Alessandro Orsini) e in generale nel mondo, perché al pari della Russia è una realtà che ha bisogno di crescere e consolidarsi, non di aggredire altre nazioni (cfr Carlo Formenti).

L’approccio geostrategico cinese, quindi, è quello cooperativo di un gioco a somma positiva, dove a trarne vantaggio sono tutti gli attori, ciascuno per la sua parte (a differenza del predatorio approccio americano, che da potenza egemone globale non è in grado di concepire altro gioco che quello a somma zero, dove esiste soltanto un vincitore).

Il documento GSI è coerente con questa impostazione.
Le grandi linee generali del documento omettono il problema della necessaria riforma di alcune Istituzioni mondiali, a cui la Cina continua ad assegnare un ruolo fondante nella governabilità internazionale, nonostante i grossi limiti dimostrati durante le crisi di questi anni (vedi OMS, ONU…). Tuttavia rimane una buona base di discussione per riportare il diritto e i rapporti internazionali su binari meno azzardati e conflittuali delle logiche di potenza che il mondo occidentale, a dire il vero sempre più affannosamente, continua a volere infliggere al resto del mondo e a se stesso.

Che poi la discussione possa davvero avere mai luogo, dipenderà dalla buona volontà di tutti gli altri attori: il che non induce a un eccessivo ottimismo.

§§§§

I. Premessa

La questione della sicurezza riguarda il benessere delle persone di tutti i paesi, la nobile causa della pace e dello sviluppo mondiali e il futuro dell’umanità.

Oggi, il nostro mondo, i nostri tempi e la storia stanno cambiando in maniera inedita, e la comunità internazionale è confrontata con molteplici rischi e sfide raramente visti prima. I focolai di sicurezza regionali continuano a infiammarsi, i conflitti locali e le turbolenze si verificano frequentemente, la pandemia COVID-19 persiste, l’unilateralismo e il protezionismo sono aumentati significativamente, e le minacce alla sicurezza tradizionali e non tradizionali sono intrecciate. I deficit nella pace, nello sviluppo, nella sicurezza e nella governance stanno crescendo, e il mondo è ancora una volta ad un bivio nella storia.

Questo è un’era piena di sfide. È anche una che trabocca di speranza. Siamo convinti che i trend storici di pace, sviluppo e cooperazione vantaggiosa per tutti siano inarrestabili. Mantenere la pace e la sicurezza mondiali e promuovere lo sviluppo e la prosperità globale dovrebbe essere l’obiettivo comune di tutti i paesi. Il presidente cinese Xi Jinping ha proposto l’Iniziativa Globale per la Sicurezza (GSI, Global Security Initiative), invitando i paesi ad adattarsi al profondamente mutato panorama internazionale nello spirito di solidarietà e affrontare le sfide di sicurezza complesse e intrecciate con una mentalità vantaggiosa per tutti. La GSI mira ad eliminare le cause alla radice dei conflitti internazionali, migliorare la governance della sicurezza globale, incoraggiare gli sforzi internazionali congiunti per portare maggiore stabilità e certezza in un’era volatile e in continua evoluzione, e promuovere una pace e uno sviluppo duraturi nel mondo.

II.Concetti chiave e principi

1) Impegno nella visione di una sicurezza comune completa, cooperativa e sostenibile.

Nel 2014, il presidente Xi Jinping ha avviato una nuova visione di sicurezza comune completa, cooperativa e sostenibile, che è stata ampiamente riconosciuta e sostenuta dalla comunità internazionale. L’essenza di questa nuova visione di sicurezza è quella di sostenere un concetto di sicurezza comune, rispettando e tutelando la sicurezza di ogni paese; un approccio olistico, mantenendo la sicurezza sia nei domini tradizionali che non tradizionali e potenziando la governance della sicurezza in modo coordinato; un impegno per la cooperazione, realizzando la sicurezza attraverso il dialogo politico e la negoziazione pacifica; e il perseguimento di una sicurezza sostenibile, risolvendo i conflitti attraverso lo sviluppo ed eliminando il terreno fertile per l’insicurezza. Crediamo che la sicurezza possa essere saldamente stabilita e sostenibile solo se è sostenuta da moralità, giustizia e idee corrette.

2) Impegno al rispetto della sovranità e integrità territoriale di tutti gli stati.

L’uguaglianza sovrana e la non interferenza negli affari interni sono principi fondamentali del diritto internazionale e le norme più fondamentali che regolano le relazioni internazionali contemporanee. Crediamo che tutti i paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, ricchi o poveri, siano membri uguali della comunità internazionale. I loro affari interni non tollerano interferenze esterne, la loro sovranità e dignità devono essere rispettate e il loro diritto di scegliere in modo indipendente sistemi sociali e percorsi di sviluppo deve essere difeso. L’indipendenza e l’uguaglianza sovrana devono essere difese, e si dovrebbe fare sforzi affinché tutti i paesi godano di uguaglianza in termini di diritti, regole e opportunità.

3) Impegno ad attenersi ai principi e agli scopi della Carta della Nazioni Unite.

Gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite incarnano la profonda riflessione delle persone di tutto il mondo sulle amare lezioni delle due guerre mondiali. Essi rappresentano il disegno istituzionale dell’umanità per la sicurezza collettiva e la pace duratura. Le varie conflittualità e ingiustizie nel mondo odierno non sono avvenute perché gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite sono obsoleti, ma perché non sono mantenuti ed attuati in modo efficace. Chiediamo a tutti i paesi di praticare un vero multilateralismo; di sostenere fermamente il sistema internazionale con le Nazioni Unite al suo centro, l’ordine internazionale basato sul diritto internazionale e le norme fondamentali delle relazioni internazionali basate sulla Carta delle Nazioni Unite; e di sostenere l’autorità delle Nazioni Unite e il suo status come principale piattaforma per la governance della sicurezza globale. La mentalità della guerra fredda, l’unilateralismo, la contrapposizione di blocchi e l’egemonismo contraddicono lo spirito della Carta delle Nazioni Unite e devono essere resistiti e respinti.

4) Impegno a prendere in seria considerazione le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi.

L’umanità è una comunità indivisibile di sicurezza. La sicurezza di un paese non dovrebbe essere ottenuta a spese degli altri. Crediamo che tutti i paesi siano uguali in termini di interessi di sicurezza. Le preoccupazioni di sicurezza legittime e ragionevoli di tutti i paesi dovrebbero essere prese seriamente e affrontate adeguatamente, non persistentemente ignorate o sistematicamente sfidate. Qualsiasi paese, mentre cerca la propria sicurezza, dovrebbe tenere in considerazione le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza degli altri. Sosteniamo il principio di sicurezza indivisibile, promuovendo l’indivisibilità tra la sicurezza individuale e la sicurezza comune, tra la sicurezza tradizionale e la sicurezza non tradizionale, tra i diritti di sicurezza e gli obblighi di sicurezza, e tra la sicurezza e lo sviluppo. Dovrebbe esserci un’architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile, al fine di realizzare una sicurezza universale e comune.

5) Impegno a risolvere pacificamente, attraverso il dialogo e le consultazioni, le differenze e le dispute tra nazioni.

La guerra e le sanzioni non sono una soluzione fondamentale alle dispute; solo il dialogo e la consultazione sono efficaci nel risolvere le differenze. Chiediamo ai paesi di rafforzare la comunicazione strategica, aumentare la fiducia reciproca in materia di sicurezza, ridurre le tensioni, gestire le differenze ed eliminare le cause profonde delle crisi. I paesi maggiori devono difendere la giustizia, adempiere alle loro responsabilità, sostenere la consultazione su un piede di parità e facilitare i colloqui per la pace, offrendo la loro mediazione in base alle esigenze e alla volontà dei paesi interessati. La comunità internazionale dovrebbe sostenere tutti gli sforzi utili alla risoluzione pacifica delle crisi e incoraggiare le parti in conflitto a costruire fiducia, risolvere le dispute e promuovere la sicurezza attraverso il dialogo. L’abuso di sanzioni unilaterali e della giurisdizione a lunga distanza non risolve i problemi, ma crea solo ulteriori difficoltà e complicazioni.

6) Impegno a mantenere la sicurezza nei settori sia tradizionali che non tradizionali.

Nel mondo di oggi, sia l’intenzione che l’estensione della sicurezza si stanno ampliando. La sicurezza è sempre più interconnessa, transnazionale e diversificata. Le minacce tradizionali e non tradizionali alla sicurezza si sono intrecciate. Incoraggiamo tutti i paesi a praticare i principi di ampia consultazione, contributo congiunto e benefici condivisi nella governance globale e a lavorare insieme per affrontare le dispute regionali e le sfide globali come il terrorismo, il cambiamento climatico, la sicurezza informatica e la biosicurezza. Dovrebbero essere fatti sforzi concertati per esplorare canali multipli, sviluppare una soluzione olistica e migliorare le regole pertinenti, al fine di trovare soluzioni sostenibili, promuovere la governance globale della sicurezza e prevenire e risolvere le sfide alla sicurezza.

§

Questi sei impegni sono interconnessi e si rafforzano reciprocamente, e costituiscono un insieme organico di unità dialettica. Tra di essi, la visione della sicurezza comune, completa, cooperativa e sostenibile fornisce una guida concettuale; il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i paesi è la premessa di base; il rispetto degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite è un punto di riferimento primario; prendere sul serio le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi è un principio importante; risolvere pacificamente le differenze e le dispute tra i paesi attraverso il dialogo e la consultazione è una scelta obbligata; e mantenere la sicurezza sia nei domini tradizionali che non tradizionali è un requisito intrinseco.

III. Le priorità della cooperazione

La nostra aspirazione comune è quella di raggiungere una pace duratura nel mondo, in modo che tutti i paesi possano godere di un ambiente esterno pacifico e stabile e le loro persone possano vivere una vita felice con i loro diritti pienamente garantiti. Come passeggeri a bordo della stessa nave, i paesi devono lavorare solidalmente per favorire una comunità di sicurezza condivisa per l’umanità e costruire un mondo libero dalla paura e che goda di sicurezza universale.

Per realizzare queste visioni, la Cina è pronta a condurre una cooperazione di sicurezza bilaterale e multilaterale con tutti i paesi e le organizzazioni internazionali e regionali nell’ambito dell’Iniziativa globale per la sicurezza e promuovere attivamente la coordinazione dei concetti di sicurezza e la convergenza degli interessi. La Cina invita tutte le parti a svolgere singole o multiple cooperazioni sotto vari aspetti, inclusi ma non limitati ai seguenti, per perseguire apprendimento reciproco e complementarità e promuovere congiuntamente la pace e la tranquillità nel mondo:

1) Partecipare attivamente alla formulazione di una nuova agenda per la pace e altre proposte avanzate nella nostra agenda comune dal Segretario generale dell’ONU. Sostenere gli sforzi dell’ONU per migliorare la prevenzione dei conflitti e sfruttare appieno l’architettura di costruzione della pace per assistere gli stati post-conflitto nella costruzione della pace. Sfruttare ulteriormente il Sub-fondo Pace e Sicurezza del Fondo fiduciario Cina-ONU per la Pace e lo Sviluppo e sostenere un ruolo maggiore delle Nazioni Unite negli affari di sicurezza globale.

Sostenere l’ONU nel potenziare la capacità di attuare il suo mandato di mantenimento della pace, difendere i tre principi di “consenso delle parti, imparzialità e non uso della forza, tranne in legittima difesa e difesa del mandato” per le operazioni di pacificazione; dare priorità alle soluzioni politiche e adottare un approccio olistico per affrontare sia i sintomi che le cause profonde; fornire alle operazioni di mantenimento della pace risorse sufficienti; sostenere l’assistenza finanziaria sufficiente, certa e sostenibile all’Unione africana (UA) perché possa svolgere operazioni autonome di mantenimento della pace.

2) Promuovere il coordinamento e l’interazione corretta tra i paesi principali e costruire una relazione tra paesi principali caratterizzata dalla pacifica convivenza, dalla stabilità complessiva e dallo sviluppo equilibrato. I paesi principali hanno una responsabilità particolarmente importante nella manutenzione della pace e della sicurezza internazionale. Chiedere ai paesi principali di dare l’esempio nel rispettare l’uguaglianza, la buona fede, la cooperazione e lo Stato di diritto, e di conformarsi alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale. Aderire al rispetto reciproco, alla pacifica convivenza e alla cooperazione vantaggiosa per tutti, mantenendo la linea di non conflitto e non confronto, cercando il terreno comune pur mantenendo le differenze e gestendo le divergenze.

3) Sostenere fermamente il consenso secondo cui “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta“. Conformarsi alla dichiarazione congiunta del gennaio 2022 sulla prevenzione della guerra nucleare e il rifiuto della corsa agli armamenti emessa dai leader dei cinque stati che possiedono armi nucleari . Rafforzare il dialogo e la cooperazione tra gli stati che possiedono armi nucleari per ridurre il rischio di guerra nucleare. Salvaguardare il regime internazionale di non proliferazione basato sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (NPT) e sostenere attivamente gli sforzi dei paesi nelle regioni pertinenti per stabilire zone libere dalle armi nucleari. Promuovere la cooperazione internazionale sulla sicurezza nucleare, al fine di costruire un sistema internazionale di sicurezza nucleare equo, collaborativo e vantaggioso per tutti.

4) Attuare pienamente la risoluzione sulla Promozione della Cooperazione Internazionale per Usi Pacifici nel Contesto della Sicurezza Internazionale adottata dalla 76a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Portare avanti la cooperazione sotto tali quadri come il Comitato 1540 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la Convenzione sulle Armi Chimiche (CAC) e la Convenzione sulle Armi Biologiche (CAB), promuovere il divieto completo e la distruzione completa delle armi di distruzione di massa e potenziare la capacità di tutti i paesi in aree tra cui il controllo delle esportazioni per la non proliferazione, la bio-sicurezza e la protezione contro le armi chimiche.

Sostenere il processo di controllo globale delle armi convenzionali. Sostenere la cooperazione tra Cina, Africa ed Europa per il controllo delle armi leggere e delle piccole armi nel rispetto della volontà dell’Africa. Sostenere l’attuazione dell’iniziativa per il silenzio delle armi in Africa. Portare avanti attivamente la cooperazione e l’assistenza internazionale nella bonifica umanitaria e fornire aiuto ai paesi colpiti nella misura delle proprie possibilità.

5) Promuovere la soluzione politica delle questioni scottanti internazionali e regionali. Incoraggiare i paesi interessati a superare le differenze e risolvere le questioni scottanti attraverso un dialogo sincero e la comunicazione. Sostenere la comunità internazionale a partecipare in modo costruttivo alla soluzione politica delle questioni scottanti, sotto il presupposto della non interferenza negli affari interni, principalmente attraverso la facilitazione dei colloqui per la pace, con un atteggiamento di equità e praticità, e principalmente seguendo l’approccio di affrontare sia i sintomi che le cause profonde. Sostenere la soluzione politica delle questioni scottanti come la crisi in Ucraina attraverso il dialogo e la negoziazione.

6) Sostenere e migliorare il meccanismo e l’architettura di cooperazione per la sicurezza regionale centrati sull’ASEAN, e aderire al metodo ASEAN di costruzione del consenso e di accomodamento del livello di fiducia reciproco per rafforzare ulteriormente il dialogo e la cooperazione sulla sicurezza tra i paesi della regione. Sostenere gli sforzi per promuovere la cooperazione in aree di sicurezza non tradizionali nell’ambito della cooperazione Lancang-Mekong (LMC), attuare i progetti di cooperazione pertinenti con il fondo speciale LMC, e sforzarsi di creare una zona pilota per la sicurezza globale interconnessa (GSI) per tutelare congiuntamente la pace e la stabilità nella regione.

7) Attuare la proposta a cinque punti per realizzare la pace e la stabilità in Medio Oriente, compresa la promozione del rispetto reciproco, la difesa dell’equità e della giustizia, il realizzo della non proliferazione, il rafforzamento congiunto della sicurezza collettiva e l’accelerazione della cooperazione allo sviluppo, per stabilire congiuntamente un nuovo quadro di sicurezza in Medio Oriente. Sostenere gli sforzi dei paesi del Medio Oriente per rafforzare il dialogo e migliorare le loro relazioni, superare le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti, rafforzare le forze interne per tutelare la sicurezza regionale, e sostenere la Lega Araba e altre organizzazioni regionali nel svolgere un ruolo costruttivo in questo senso. La comunità internazionale dovrebbe intraprendere misure concrete per avanzare la soluzione a due stati alla questione palestinese, e convocare una conferenza di pace internazionale più grande, autorevole ed influente per raggiungere una soluzione giusta alla questione palestinese il più presto possibile.

8) Sostenere gli sforzi dei paesi africani, dell’Unione Africana e delle organizzazioni sub-regionali per risolvere i conflitti regionali, combattere il terrorismo e salvaguardare la sicurezza marittima; chiedere alla comunità internazionale di fornire supporto finanziario e tecnico alle operazioni antiterrorismo condotte dall’Africa e sostenere i paesi africani nel rafforzare la loro capacità di salvaguardare la pace in modo indipendente. Sostenere la soluzione africana dei problemi africani e promuovere la risoluzione pacifica dei focolai di tensione nel Corno d’Africa, nel Sahel, nella regione dei Grandi Laghi e in altre zone. Attuare attivamente la Prospettiva sulla Pace e lo Sviluppo nel Corno d’Africa, promuovere l’istituzionalizzazione della Conferenza sulla Pace, la Governance e lo Sviluppo Cina-Corno d’Africa e lavorare attivamente per avviare progetti pilota di cooperazione.

9) Sostenere i paesi dell’America Latina e dei Caraibi nell’adempimento attivo degli impegni stabiliti nella Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace e sostenere la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi e altre organizzazioni regionali e sub-regionali nel svolgere un ruolo attivo nel mantenere la pace e la sicurezza regionali e gestire adeguatamente i focolai di tensione regionali.

10) Prestare grande attenzione alla situazione speciale e alle preoccupazioni legittime dei paesi insulari del Pacifico riguardo al cambiamento climatico, alle catastrofi naturali e alla salute pubblica; sostenere gli sforzi dei paesi insulari del Pacifico per affrontare le sfide globali e sostenere i paesi insulari nell’attuazione della Strategia 2050 per il Continente Pacifico Blu. Aumentare la fornitura di materiali, fondi e talenti per aiutare i paesi insulari a migliorare la loro capacità di affrontare le minacce non tradizionali alla sicurezza.

11) Rafforzare il dialogo e lo scambio marittimo e la cooperazione pratica, gestire adeguatamente le differenze marittime e lavorare insieme per affrontare i crimini transnazionali in mare, tra cui la pirateria e il furto armato, al fine di salvaguardare congiuntamente la pace e la tranquillità marittima e la sicurezza delle rotte navali. Invitare i paesi a monte e a valle lungo i fiumi transfrontalieri a impegnarsi attivamente nella cooperazione internazionale, risolvere le dispute mediante dialogo e consultazione, garantire la sicurezza della navigazione sui fiumi transfrontalieri, utilizzare e proteggere in modo razionale le risorse idriche e proteggere l’ambiente ecologico dei fiumi transfrontalieri.

12) Rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite come coordinatore centrale nella lotta globale contro il terrorismo, sostenere la comunità internazionale nell’attuazione completa delle risoluzioni dell’Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla lotta al terrorismo e nella strategia globale delle Nazioni Unite contro il terrorismo, e collaborare per reprimere tutte le organizzazioni e gli individui terroristi designati dal Consiglio di sicurezza. Indirizzare maggiori risorse globali contro il terrorismo ai paesi in via di sviluppo per migliorare la loro capacità di contrasto al terrorismo. Opporsi all’identificazione del terrorismo con un paese, un gruppo etnico o una religione in particolare. Approfondire gli studi e le risposte all’impatto delle tecnologie emergenti sugli sforzi globali contro il terrorismo.

13) Approfondire la cooperazione internazionale nel campo della sicurezza delle informazioni. La Cina ha presentato l’Iniziativa globale sulla sicurezza dei dati e invita a uno sforzo congiunto per formulare regole globali sulla governance digitale che riflettano la volontà e rispettino gli interessi di tutte le parti. Dare seguito all’Iniziativa di cooperazione Cina-LAS sulla sicurezza dei dati e all’Iniziativa di cooperazione sulla sicurezza dei dati Cina+Asia centrale; affrontare congiuntamente le diverse minacce informatiche e lavorare per stabilire un sistema di governance globale sullo spazio cibernetico caratterizzato da apertura e inclusione, giustizia ed equità, sicurezza e stabilità, vitalità e vigore.

14) Rafforzare la gestione del rischio di biosicurezza. Sostenere congiuntamente la ricerca responsabile in bioscienze e incoraggiare tutti gli interessati a fare riferimento alle Linee guida di Tianjin sulla biosicurezza per il codice di condotta per gli scienziati su base volontaria. Rafforzare congiuntamente la costruzione della capacità di biosicurezza dei laboratori, ridurre i rischi di biosicurezza e promuovere lo sviluppo sano della biotecnologia.

15) Rafforzare la governance internazionale della sicurezza su intelligenza artificiale (IA) e altre tecnologie emergenti e prevenire e gestire i potenziali rischi di sicurezza. La Cina ha emesso documenti di posizione sulla regolamentazione delle applicazioni militari e sul rafforzamento della governance etica dell’IA, ed è pronta a rafforzare la comunicazione e lo scambio con la comunità internazionale sulla governance della sicurezza dell’IA, promuovere l’istituzione di un meccanismo internazionale con ampia partecipazione e sviluppare quadri di governance, standard e norme basati su ampio consenso.

16) Rafforzare la cooperazione internazionale nello spazio e salvaguardare l’ordine internazionale nello spazio basato sul diritto internazionale. Svolgere attività nello spazio in conformità con il diritto internazionale, tutelare la sicurezza degli astronauti in orbita e il funzionamento a lungo termine e sostenibile delle strutture spaziali. Rispettare e garantire il diritto di tutti i paesi di utilizzare pacificamente lo spazio. Respingerne risolutamente la militarizzazione e la corsa agli armamenti nello spazio e sostenere la negoziazione e la conclusione di uno strumento giuridico internazionale sul controllo degli armamenti nello spazio.

17) Sostenere l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel giocare un ruolo guida nella governance globale della sanità pubblica e coordinare ed mobilitare efficacemente le risorse globali per rispondere congiuntamente a COVID-19 e ad altre malattie infettive globali di grande entità.

18) Salvaguardare la sicurezza alimentare ed energetica globale. Rafforzare la coordinazione delle azioni per mantenere il regolare funzionamento del commercio agricolo internazionale, garantire una produzione stabile di cereali e catene di approvvigionamento regolari e prevenire la politicizzazione e la militarizzazione delle questioni di sicurezza alimentare. Rafforzare la coordinazione della politica energetica internazionale, creare un ambiente sicuro e stabile per garantire il trasporto dell’energia e mantenere congiuntamente la stabilità del mercato energetico globale e dei prezzi dell’energia.

19) Attuare pienamente ed efficacemente la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Incoraggiare tutti i paesi a concludere o aderire a trattati, convenzioni o accordi internazionali o a stabilire disposizioni istituzionali per combattere i crimini transnazionali. Sostenere le tre convenzioni internazionali dell’ONU sul controllo delle droghe, tutelare il sistema internazionale di controllo delle droghe e promuovere la coordinazione, la responsabilità condivisa e la sincera cooperazione nella comunità internazionale per affrontare congiuntamente le sfide poste dal problema della droga e costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità libera dal danno delle droghe. Condurre attivamente la cooperazione in materia di applicazione della legge sulla base del rispetto della sovranità di ogni paese, al fine di migliorare congiuntamente la capacità di applicazione della legge e la governance della sicurezza. Sostenere la creazione di un sistema di formazione globale per formare più agenti di polizia nei paesi in via di sviluppo che rispondano alle esigenze di sicurezza dei loro paesi.

20) Sostenere la cooperazione tra i paesi nell’affrontare il cambiamento climatico e nel mantenere catene di approvvigionamento e industriali stabili e fluenti, accelerando l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile al fine di promuovere la sicurezza sostenibile attraverso lo sviluppo sostenibile.

IV. Piattaforme e meccanismi di cooperazione.

1) Coinvolgersi in ampi dibattiti e comunicazioni sulla pace e la sicurezza all’Assemblea Generale, nei comitati pertinenti dell’ONU, al Consiglio di Sicurezza, nelle istituzioni pertinenti e in altre organizzazioni internazionali e regionali in base ai rispettivi mandati, e presentare iniziative e proposte comuni per forgiare un consenso nella comunità internazionale per affrontare le sfide della sicurezza.

2) Sfruttare i ruoli dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, della cooperazione BRICS, della Conferenza sull’Interazione e la Costruzione della Confindenza in Asia, del meccanismo “Cina + Asia Centrale” e dei meccanismi pertinenti della cooperazione dell’Asia Orientale, e attuare la cooperazione in materia di sicurezza in modo incrementale per raggiungere obiettivi simili o uguali. Promuovere l’istituzione di una piattaforma di dialogo multilaterale nella regione del Golfo e dare vita al ruolo di meccanismi di coordinamento e cooperazione come la Riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi Vicini dell’Afghanistan e la Conferenza sulla Pace, la Governance e lo Sviluppo Corno d’Africa-Cina per promuovere la pace e la stabilità regionale e globale.

3) Tenere conferenze di alto livello sulla GSI per rafforzare la comunicazione di politica nel campo della sicurezza, promuovere il dialogo e la cooperazione intergovernativa e favorire ulteriormente la sinergia nella comunità internazionale per affrontare le sfide della sicurezza.

4) Sostenere il Forum per la Pace e la Sicurezza Cina-Africa, il Forum sulla Sicurezza del Medio Oriente, il Forum di Pechino Xiangshan, il Forum di Cooperazione per la Sicurezza Pubblica Globale (Lianyungang) e altre piattaforme di dialogo internazionale per contribuire a approfondire lo scambio e la cooperazione sulla sicurezza. Promuovere l’istituzione di ulteriori forum di sicurezza globale per fornire nuove piattaforme per governi, organizzazioni internazionali, think tank e organizzazioni sociali per sfruttare i loro vantaggi e partecipare alla governance della sicurezza globale.

5) Costruire ulteriori piattaforme e meccanismi internazionali per lo scambio e la cooperazione nell’affrontare le sfide della sicurezza in aree come la lotta al terrorismo, la cybersecurity, la biosecurity e le tecnologie emergenti, al fine di migliorare la capacità di governance nel dominio della sicurezza non tradizionale. Incoraggiare maggiori scambi e cooperazione tra accademie militari e di polizia di livello universitario. La Cina è disposta a fornire ad altri paesi in via di sviluppo 5.000 opportunità di formazione nei prossimi cinque anni per formare professionisti per affrontare le questioni di sicurezza globale.

§

Il GSI, seguendo il principio di apertura e inclusività, accoglie e si aspetta la partecipazione di tutte le parti per arricchire insieme il suo contenuto e attivamente esplorare nuove forme ed aree di cooperazione. La Cina è pronta a lavorare con tutti i paesi e i popoli che amano la pace e aspirano alla felicità per affrontare tutte le sfide di sicurezza, sia tradizionali che non tradizionali, proteggere la pace e la tranquillità della Terra e creare insieme un futuro migliore per l’umanità, affinché il testimone della pace passi di generazione in generazione e risplenda in tutto il mondo.

§§§§

Pubblicato in Geopolitca | Contrassegnato , | Lascia un commento

Neo-maccartismo e passeri solitari.

Propongo di seguito il testo delle considerazioni del giornalista Toni Capuozzo, iscritto dalle zelanti mosche cocchiere del giornalismo omologato nella lista di proscrizione dei putiniani. (Questo termine è un neologismo che  va annoverato nell’elenco di quelli classificabili come inibitori del discorso. Gli inibitori del discorso sono comode espressioni verbali che esimono l’interlocutore da qualunque risposta alle tue obiezioni, in quanto – nell’immaginario collettivo forgiato dalla propaganda del pensiero unico – esse dequalificano chi ne viene designato rendendolo indegno di replica: hai la protervia di eccepire o distinguere o farti domande su un determinato argomento sensibile? Allora sei, a seconda del caso, putiniano, no-vax, complottista, sovranista eccetera, e tanto basta).

L’autore dell’articolo a cui si riferisce Capuozzo, qui il link, è di tale Filippo Passeri, firma del Foglio. Esso è paradigmatico del clima culturale che si sta consolidando, con cui hanno fatto già i conti diverse personalità del mondo intellettuale non appena si sono azzardate ad esaminare anche solo la possibilità di narrazioni diverse da quella sostenuta dai padroni del discorso. Non saprei dire se si tratta di un fenomeno particolare al nostro paese o ben più generalizzato. Sta di fatto che si tratta di una sorta di neo-maccartismo dove i processi al momento vengono celebrati sommariamente sui media, ma non è detto che di questo passo un’apposita commissione governativa prima o poi se ne faccia carico. Abbiamo avuto negli ultimi due anni un maccartismo di tipo sanitario, ora ne è subentrato uno di tipo bellico, con un progressivo crescendo dei toni isterici.

Prima di trascrivere il testo di Capuozzo, apro una parentesi sulla pagina del sito ucraino a cui fa riferimento l’autore in chiusura.
Si tratta del sito web Myrotvorets, con sede a Kiev, gestito dal “Centro Myrotvorets” a cura dall’agenzia governativa di intelligence Servizio di Sicurezza dell’Ucraina, sul quale vengono pubblicate le liste dei giornalisti sgraditi al potere, con tanto di nome, foto e indirizzo.

La pagina in questione riguarda il nostro Andrea Rocchelli, scomparso il 24 maggio 2014.
Giornalista free lance, secondo la ricostruzione di giudici italiani viene ucciso all’inizio della guerra del Donbass da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino mentre svolgeva il suo lavoro. Un disertore dell’esercito ucraino ha accusato il proprio superiore, il comandante Mychajlo Zabrods’kyj, di aver dato l’ordine di sparare contro il gruppo di civili. (Fonte Wikipedia).
Nella pagina leggiamo, con l’aiuto di Google Translator:

“Paese: Italia – Violazione deliberata del confine di stato dell’Ucraina per penetrare nel territorio dell’Ucraina occupato da bande terroristiche russe nel Donbas.
Cooperazione con organizzazioni terroristiche filo-russe.
Fotografo, giornalista italiano.
È stato preso di mira nella città di Slavyansk, durante il soggiorno del mercenario russo I. Strelkov (Girkin) nel maggio 2014.
Il Peacemaker Center chiede alle forze dell’ordine di considerare questa pubblicazione sul sito web come una dichiarazione sulla commissione da parte di questo cittadino di atti deliberati contro la sicurezza nazionale dell’Ucraina, la pace, la sicurezza dell’umanità e la legge e l’ordine internazionale, nonché di altri reati”.

La scritta rossa trasversale sulla foto (ЛИКВИДИРОВaН) significa “LIQUIDATO

Ora la risposta di Toni Capuozzo a Passeri (enfasi mie), buona lettura:

Passeri non solitari
Lo so: poche cose sono così noiose come le baruffe tra giornalisti. Ma in qualche caso bisogna pur difendersi, e riderci su.
Il caso è del 21 aprile e porta su Il Foglio la firma di un’analisi compiuta da un certo Filippo Passeri. Titolo: “Le fake news su Bucha di Toni Capuozzo spopolano su Facebook”.
Il realtà il solerte Passeri non si è dato troppo da fare, ma come in un mattinale della polizia religiosa, si è limitato a tradurre un report dell’Institute for Strategic Dialogue sui post apparsi nelle tre settimane successive al massacro di Bucha. Me li immagino, gli impiegati dell’istituto che controllano visualizzazioni e condivisioni, e decidono in quale categoria mettere un post. Forse non hanno neanche chiesto al capo ufficio se i miei post fossero delle news – cioè fornivano notizie – se fossero fake news – cioè fornissero notizie false – o se fossero qualcos’altro, come chiunque li abbia letti sa.
Ponevano delle domande sui morti trovati per strada.
Non mettevano in dubbio né l’esistenza né il numero delle vittime sepolte durante l’occupazione di Bucha da parte dei russi, ma ponevano delle domande sui morti ritrovati per strada quando i russi se n’erano già andati, e su Bucha era passata una squadra speciale della polizia, guidata da un nazista, a caccia di collaborazionisti e sabotatori.
Come mai alcune delle vittime avevano un fazzoletto bianco al braccio ? Come mai accanto ai corpi spesso c’erano i sacchetti della razioni alimentari russe ? Domande rimaste senza risposta. Domande che possono essere scomode o semplicemente stupide, impertinenti o fuori luogo, ma domande, non notizie.
Ora, pretendere che il solerte Passeri andasse a rileggere quello che avevo scritto e si ponesse a sua volta la domanda – “ma Capuozzo ha davvero scritto delle fake news o ha solo fatto inutili domande ?”- è troppo. Non mi indigna, mi fa ridere. E’ il coro conformista e lui sì indignato, moraleggiante e bellicoso: i redattori di Open hanno scomodato una veterinaria per smontare le mie domande, un politico fallito mi ha definito “negazionista”, un ristoratore ammiratore di Azov mi manda messaggi che augurano “morte alla Russia”: ognuno ha le sue ossessioni.
L’unica cosa che mi sorprende, nella pensosa analisi di Passeri, è che mi descrive così: “in passato inviato per Mediaset in diversi paesi di guerra e oggi attivo principalmente sui social.” No, non mi infastidisce il modesto italiano (quali sono i “paesi di guerra” ?), mi sorprende un dettaglio. In passato, non è un mistero, sono stato a lungo collaboratore de Il Foglio, dove tenevo la rubrica Occhiaie di riguardo. Sembra brutto ricordarlo ai lettori dell’analisi, meglio nascondermi nei meandri sotterranei dell’Azovstal dell’informazione. Meglio fare come nelle foto staliniane, togliamo il Capuozzo.
Poco elegante, Passeri. Ma Lei non è solo, in questa rancorosa campagna di indici accusatori che segnalano debolezze, domande, propagande cattive e propagande buone, notizie false, notizie da evitare.
A proposito di notizie da evitare: potrebbe il solerte Passeri indagare sul sito ucraino che gli segnalo, capire se spopola o meno, e magari tradurre quella scritta rossa sulla foto di Andy Rocchelli, fotografo italiano ucciso nel Donbass ? Grazie. Passeri, aspetto una sua analisi.

Pubblicato in Società | Contrassegnato , , , , , | Lascia un commento

Per chi suona la sanzione.

Charles Gave è un economista liberale, finanziere e imprenditore, autore di diversi saggi, ideologicamente viene collocato nella destra radicale.
In questa intervista, che in Italia gli varrebbe l’iscrizione d’ufficio nella lista dei putiniani, Charles Gave spiega perché le sanzioni siano in realtà misure destinate a ritorcersi contro l’Europa e favorire gli Stati Uniti, senza peraltro nuocere più di tanto alla Russia.

L’intervista è piuttosto istruttiva anche per il modo civile con cui viene condotta: qui da noi dopo un paio di affermazioni eterodosse del genere l’intervistato verrebbe messo a tacere parlandogli addosso o invocando inesorabili esigenze pubblicitarie.
Non fosse che per questo vale la pena seguirla. È anche divertente osservare il candido smarrimento che manifesta l’intervistatore davanti a concetti tutto sommato intuitivi.

Per chi non avesse familiarità con il francese agevolo un’approssimativa sbobinatura in italiano.

Domanda
Le sanzioni adottate contro la Russia sono efficaci?

Charles Gave
Contro la Russia non sono sicuro, ma contro l’Europa certamente. La Russia è un paese molto autarchico, il commercio è minimo, domina la produzione energetica. Per esempio il 30% dell’energia consumata in Europa ci è fornita dalla Russia. Siccome c’è scarsità di petrolio e d’energia fossile oggi nel mondo perché non se ne è più cercata da dieci anni… ebbene, il prezzo dell’energia continuerà ad aumentare e non ho alcun dubbio che i russi non avranno difficoltà a vendere la loro energia ai cinesi, ai coreani ecc perché tutti la richiedono, soprattutto se possono pagare nella loro moneta nazionale invece che pagare in dollari.

Domanda
Si è detto che la Russia era in stato di default, non era più in grado di pagare i suoi debiti.

CG
E’ l’informazione ufficiale a raccontarlo. Tuttavia li ha pagati. Abbiamo appreso “con stupore” che la Russia aveva dato ordine a una banca americana, nella quale aveva dei conti (non le sue riserve, che sono congelate), di paqare le scadenze; la banca americana ha pagato tutto, e dunque vuol dire semplicemente che i valorosi americani hanno avuto una tale paura all’idea che la Russia potesse fare default – per le complicazioni gigantesche che creerebbe sui mercati finanziari non esistendo le condizioni di default – che il Tesoro e la FED hanno autorizzato a pagare.

Domanda
Ne è sicuro?
!?
CG
Non ne sono sicuro, però la Russia ha detto “abbiamo pagato, abbiamo dato l’ordine alla banca ed è stato eseguito” e nessuno ha smentito. Ci si dice che si bloccano i pagamenti alla Russia, ma le segnalo che le consegne di gas russo all’Europa sono aumentate dall’inizio della guerra…

L’aspetto straordinario è che dal momento che il prezzo di questo gas è enormemente aumentato, a causa di tutte le stupidaggini e della carenza di energia, oggi la Russia riceve dall’Europa cento milioni di dollari al giorno in più. Dunque con delle penalità del genere non soffrirà molto.

Domanda:
Quindi lei ci sta dicendo che la Russia soffrirà meno dellEuropa per le sanzioni che l’Europa a stabilito contro la Russia?

CG
Certo, è proprio quello che dico.

Domanda:
Torno a CG perché mi spieghi. Per esempio ho inteso che il sistema SWIFT è stato vietato a una gran parte della banche russe e dunque ciò minerebbel’economia russa. Anche in questo caso lei non sembra del tutto d’accordo con questa analisi.

CG
Prima voglio dire qualcosa. C’è stata una specie di guerra lampo, fatta dalle banche centrali Europea e Americana, per cercare di distruggere la moneta russa nel giro di una settimana che è fallita completamente. I russi hanno fatto una contromossa molto intelligente: hanno permesso a tutti in Russia di acquistare oro senza IVA.

Domanda
Scusi, ma il corso del rublo è nettamente sceso…

CG
Si ma se ne fregano, all’interno della Russia non è cambiato nulla: niente panico, niente iperinflazione. Dunque il governo russo ha detto se non avete più fiducia nella moneta potete acquistare oro senza IVA, noi ve lo diamo. Questo ha fatto rientrare immediatamente il panico… Il primo punto è che il sistema finanziario russo non è crollato.
Il secondo punto è che la gente non capisce (ed è un peccato, la quantità di cose che la gente non capisce è considerevole, soprattutto a livello dei governi), è che il capitalismo è prima di tutto la ricerca del profitto, ciò che è normale, e in secondo luogo è un sistema di assicurazione reciproca.
Prendete l’esempio di Air France che spende tantissimo in energia: se il prezzo del petrolio incomincia a salire cercherà di coprirsi sui due-tre anni acquistando petrolio a termine. C’è qualcuno che l’assicura contro il rialzo dei prezzi. Questo qualcuno potrebbe essere per esempio Rostec, la grande società di produzione russa. Ma se lei blocca Rostec, se gli impedite di usare il suo denaro e onorare il contratto, allora Air France si ritrova a gambe all’aria quando il petrolio passa da 60 a 120. C’è dunque un sistema di assicurazione nel sistema capitalistico, dove tutti assicurano il rischio di tutti, e i pagamenti all’interno del sistema è fatto attraverso il sistema SWIFT. Lei rompe questo meccanismo molto sofisticato, dove nessuno capisce nulla perché enormemente complicato, con decine di miliardi di transazione al giorno per un valore molto superiore al PIL mondiale… immaginare che si possa rompere un meccanismo così senza avere degli effetti secondari è di un’imbecillità totale.
Quello che hanno fatto è rendere l’insieme del sistema capitalistico estremamente più fragile… È come se lei avesse un’assicurazione incendio per casa sua e il suo assicuratore fallisse: beh, lei l’indomani lei accenderebbe un’altra assicurazione a qualunque prezzo.

Domanda:
Dunque lei descrive un possibile effetto domino come all’epoca della Lehman nel 2008.

CG
È esattamente il crollo di Lehman, hanno fatto il crollo della Lehman alla decima potenza. Non si rendono nemmeno conto di quello che hanno combinato.

Domanda:
Mi domando come mai questa analisi non è stata fatta da coloro che hanno preso queste decisioni. Se ho capito bene, si stanno sparando sui piedi.

CG
Beh, non sarebbe la prima volta. Le racconto una storia. Quando hanno deciso di vietare l’accesso al sistema SWIFT (alle banche russe), la domenica mattina hanno emesso un comunicato trionfale dicendo “puniremo le banche russe e vedrete cosa succede”. La domenica sera c’è stato un secondo comunicato che diceva che alla fine un certo numero di banche, quelle che lavorano su petrolio e gas, sono escluse dalla sanzione. Perché? Perché probabilmente Deutsche Bank e BNP hanno telefonato dicendo “ragazzi, se voi mantenete il divieto a tutte le banche russe qui saltiamo tutti”. Cioè, la mattina non sapevano che se facevano questo saltavano BNP, la Sociétè Générale, Deutsche Bank…
Voglio dire: questa gente è di un’incompetenza che supera ogni aspettativa.

Domanda:
Quali sono i rischi che può correre la Francia e l’Europa più in generale, con queste misure, che malgrado tutto sono state prese per fare pressioni su Vladimir Putin?

CG
Beh, non è difficile immaginarlo. Abbiamo già il più alto costo del lavoro al mondo … il costo del lavoro in Francia è assolutamente inverosimile. Stiamo obbligando il nostro apparato industriale a uscire da un settore dove avevamo un vantaggio competitivo, quello del motore termico, per entrare in quello del motore elettrico, dove non abbiamo nessun vantaggio competitivo. Dunque un aumento gigantesco dei costi sul nostro apparato industriale. E in più ora siamo certi che l’Europa sarà la regione produttiva con il prezzo dell’energia più caro al mondo. Abbiamo comprato con dei contratti a lungo termine, a prezzi più bassi del 40-50% di quelli attuali, e ora i russi venderanno altrove e noi dovremo acquistare questa energia al prezzo di mercato e in dollari, mentre i russi erano d’accordo per essere pagati in buona parte in euro. Vuol dire che l’Europa diventa di gran lunga la parte del mondo meno competitiva. È certo.
Tutti parlano di reindustrializzazione, ma c’è da morire dal ridere. Stanno distruggendo l’industria europea in un batter d’occhio.

Altro ospite
Sì credo che effettivamente è quanto sta succedendo. siamo davanti una crisi energetica maggiore soprattutto in europa e quello che si vede profilarsi è che la russia venderà il suo petrolio e gas ad altri paesi che in seguito lo rivenderanno all’europa con la cresta.

CG
Questo nel migliore dei casi: vorrebbe dire che ne troveremmo. Prendete i dati: la Russia importa 60 mld di dollari pressapoco all’anno dalla Cina, e 60 dall’Europa. I cinesi producono più oi meno tutto quello che produciamo noi, cosa vendiamo ai Russi? Delle auto, delle borse Hermès… Dunque, perdiamo sessanta miliardi di esportazione in un solo colpo.
Gli Stati Uniti sono quasi autosufficienti, dal punto di vista energetico, esportano in tutto da 4 a 5 miliardi di dollari in Russia, vale dire nulla. Dunque gli USA ancora una volta dimostrano di essere pronti a battersi fino all’ultimo europeo.

Domanda:
Vuol dire che gli Stati Uniti si battono contro l’Europa?

CG
Voglio dire che gli Stati uniti sono pronti a battersi per qualunque cosa purché la vittima sia l’Europa.

Domanda
Lei vuol dire che gli USA giocano contro l’Europa
?
CG
Assolutamente. Gli USA stanno distruggendo tutta l’industria europea. È abbastanza semplice: se lei fa aumentare in modo gigantesco i costi di uno dei suoi principali concorrenti, chi ne sarà il beneficiario?

Pubblicato in Economia e finanza, Geopolitca | Contrassegnato , , | 7 commenti

La democrazia dei treni in orario.

Torno a ripetermi.

È davvero sconcertante la pochezza di cui danno prova Mario Draghi e il suo governo dei migliori. Impressionante il suo silenzio in un momento in cui ci si attenderebbe un discorso al Paese, così come impressiona il silenzio di Sergio Mattarella – sempre così prodigo di banalità non fattuali quando si tratta di esaltare le magnifiche sorti e progressive dell’europaah.
Né l’uno né l’altro, che mi risulti, hanno ritenuto di illustrarci le ragioni della proroga a dicembre dello stato d’emergenza, ufficialmente per la crisi ucraina, benché siamo l’unico paese europeo ad aver adottato questa misura.
Né l’uno né l’altro hanno ritenuto di rivolgersi al paese per spiegare – al di là della solita piatta sottomissione agli imperativi statunitensi – la ragione per cui è stata assunta una posizione che compromette le già fragili prospettive della nostra economia, né le conseguenze a cui stiamo andando spensieratamente incontro: recessione, inflazione, disoccupazione (per fermarci alla migliore delle ipotesi ed escludendo ottimisticamente implicazioni ancora più tragiche).
Per un paese che già arranca di suo, e che ha concluso lo scorso anno con 5,6 milioni di cittadini al di sotto della soglia di povertà, non c’è male.

Deprimente la pochezza del Parlamento, sempre più dimentico della sua funzione legislatrice e sempre più dedito a funzioni notarili di avallo e registrazione dei decreti dell’esecutivo.

Scandaloso, infine, il ruolo dei media in tutto questo processo di degrado cognitivo, sia sul piano sociale e democratico, sia su quello politico: a parte le pochissime e circoscritte voci in dissenso, è tutto un peana al pensiero unico che ignora, anzi biasima, le sfumature della riflessione critica, ed esalta il conformismo degli opinionisti allineati. I quali – tanto supponenti quanto mediocri – vengono proposti in tutti i salottini televisivi a reiterare le stucchevoli narrazione ufficiali – a parità di crimine ora giustificatrici, ora incriminanti, a seconda di chi sia il soggetto che lo sta perpetrando: è così che si abitua l’opinione pubblica ad esercitare la confortevole arte della memoria selettiva, del crampo dicotomico, in cui ci si appassiona, ci si commuove, ci si indigna e si biasima – sempre a parità di crimine – selettivamente, discriminando fra i buoni a priori e i cattivi per antonomasia.

In un tale contesto di assenza di dibattito, mancanza di consapevolezza, manipolazione diffusa, subordinazione cognitiva, disciplinamento, ci si chiede allora a cosa serve tutto il costoso apparato mediatico e di governo, o le costose ritualità elettorali, se non a conservare l’illusione dell’esercizio di una democrazia e una pluralità nei fatti già inesistenti.

Tanto varrebbe un sistema dove a distribuire le opportune informazione provvedesse un’unica agenzia abilitata; e dove a governare – in autonomia e debitamente garantito contro le obsolete ritualità dell’urna, ma responsabile nei confronti di chi lo ha preposto – fosse un vicario ufficialmente nominato dal potere che lo etero-dirige, un podestà, un Quisling conclamato che si limitasse a realizzare pedissequamente le prescrizioni dei suoi preponenti, e per il resto badasse a far arrivare in orario i treni.

Sarebbe una soluzione più economica e la gente viaggerebbe soddisfatta.

Pubblicato in Riflessioni, Società | Contrassegnato , , , | Lascia un commento

Non andrà tutto bene.

Sconfortante unanimità mediatica sulla crisi Ucraina. Individuato fin da subito il nemico – quel Putin che da abilissimo politico, fine giocatore di scacchi, è oggi declassato a psicopatico paranoico rincoglionito. Esaltato dall’altro lato l’eroico resistente che fino a ieri si esibiva in siparietti le cui più alte vette di comicità consistevano nella simulazione di concerti di pianoforte eseguiti con il pene.

Contraddittorio non consentito: le testate filo-russe Sputnik e RT, espunte dal panorama dell’informazione occidentale, non sia mai che una narrazione diversa possa corrompere le fragili menti dei nostri euro-coincittadini.

L’Occidente – sempre più pieno di sé, sempre più americano e totalitario nella pretesa di pensiero unico (e sostanzialmente felice dell’opportunità che l’invasione russa gli offre, perché da sola finalmente fa da contraltare ai decenni di guerre umanitarie e stragi che esso ha perpetrato); l’Occidente – così innamorato del proprio destino manifesto, dell’immagine che si è dato, al punto che nemmeno lo sfiora il dubbio di una qualche sua corresponsabilità in ciò che sta succedendo; l’Occidente ora evoca lugubri “what ever it takes” a difesa di valori che esistono solo nella narrazione celebrante, sospende direttori d’orchestra rei di non essersi dissociati dalla madre patria, cancella corsi universitari su Dostoevskij, censura giornalisti che hanno osato suggerire di guardare una cartina per capire chi si è allargato e chi no.

Che non sarebbe andato tutto bene lo si era capito dall’imbarbarimento dei rapporti sociali determinato da una gestione della pandemia dividente fra cittadini buoni perché acritici versus cittadini cattivi in quanto dubbiosi.

Ora il modello si ripropone in modo ancor più viscerale, ancora più manicheo, ancora più unanime, mentre il pensiero critico viene ancor più represso e additato alla pubblica esecrazione, e l’adesione incondizionata diventa l’unico orizzonte possibile per meritare il diritto di cittadinanza.

Non andrà tutto bene.

Pubblicato in Geopolitca, Riflessioni | Contrassegnato | Lascia un commento

Gli interrogativi sollevati dal caso Speranza

In un video-intervento ad un simposio piddino in Basilicata, Roberto Speranza si è lasciato andare ad affermazioni tanto temerarie quanto surreali, che aprono importanti questioni di fondo:

L’attuale Ministro della salute ci è o ci fa?
E’ davvero imbecille come appare?
Dobbiamo immaginarlo preda di una tale sindrome di onnipotenza dal non curarsi di dire palesi menzogne, sicuro di non essere contraddetto?
O forse si è permesso di insultare le intelligenze dei presenti semplicemente perché consapevole che la piddinità dei convenuti gli garantiva un compiacente salvacondotto?

Agevolo la sbobinatura dei due passaggi più pregnanti:

“Abbiamo piegato la curva senza misure restrittive particolarmente invasive nella vita delle persone”.
Dove apprendiamo che, ad esempio, sospendere dal lavoro senza stipendio , o impedire il ritiro della pensione , non sono misure restrittive particolarmente invasive nella vita delle persone.

Dentro l’opinione pubblica del nostro paese, ma anche a livello europeo e mondiale, c’è una nuova grande consapevolezza, e cioè che i soldi messi sulla salute sono la cosa davvero più rilevante che c’è, e che bisogna chiudere la stagione dei tagli“.
Dove apprendiamo che questo governo, nonostante abbia appena stabilito un ulteriore taglio di 6 miliardi alla spesa sanitaria per i due anni a venire, ha maturato una spiccata sensibilità per i temi della salute.

Non so voi, ma io – per dirla con l’espressione che meglio descrive il mio stato d’animo – mi sento platealmente preso per il culo.

Qui la video conferenza in questione.

Pubblicato in Riflessioni, Società | Contrassegnato , , | 2 commenti

Irrazionalità vere e presunte.

A Omnibus, su La7, uno dei tanti salottini delle compiacenze di cui sono infestate le nostre televisioni, qualche giorno fa mi è capitato di ascoltare un dotto dibattito sul fenomeno dell’irrazionalità dilagante (che tempi, signora mia), prendendo spunto da un’indagine Censis su no-vax, negazionisti di varia natura, terrapiattisti e quant’altro.

Tre considerazioni al volo.

La prima:
Si accumana sotto l’unico stigma dell’irrazionalità posizioni estremamente diverse, molte delle quali tutt’altro che irrazionali: classica operazione di manipolazione cognitiva.

La seconda:
A discuterne, come spesso succede, sono invitati solo ospiti di provata fede: interlocutori di fede contraria rigorosamente esclusi. Si possono così ascoltare perle tipo “la scienza non è democratica”, senza che nessuno batta ciglio.
A quanto pare le recenti esternazioni di Mario Monti sulla necessità di limitare il dibattito democratico descrivono un sentire molto più comune di quanto si immaginerebbe (del resto la generale mancanza di significative reazioni del mondo politico e intellettuale ne era già riprova).

La terza:
Dell’indagine Censis hanno significativamente ritenuto non meritevole di dibattito, e perciò ignorata, la parte che meglio di qualunque altra nel documento descrive la vera, inquietante irrazionalità in cui è caduto il nostro Paese: quella che certifica che in dieci anni, dal 2010 al 2020, la popolazione che vive in povertà assoluta è aumentata del 104%.

Pubblicato in Società | Contrassegnato , , , , | 2 commenti

Green pass


Ai Magazzini del Cotone, nel Porto Antico di Genova, inizia oggi il congresso Meet in Italy for Life Sciences, “principale appuntamento nazionale di matchmaking [sic] e di aggiornamento nell’ambito delle Scienze della Vita”.
Nel darne notizia, il TG regionale di ieri sera informava che sono state prese severe misure di sicurezza, con cecchini strategicamente piazzati, precisando in particolare che per l’accesso non vale il green pass ma è obbligatorio sottoporsi a tampone.

A quanto pare, dunque, tale procedura è adottata non solo a livello governativo – dove l’accesso a conferenze stampa o alla riunioni con le parti sociali è ammesso solo previo tampone e la certificazione vaccinale non conta – ma va diffondendosi anche negli eventi dove è prevista la partecipazione di autorità e maggiorenti di varia natura.

Ora, se i primi a non fidarsene sono proprio i nostri decisori, è chiaro che il green pass, come misura sanitaria, è una presa per i fondelli. E se una misura non serve allo scopo per cui ufficialmente è stata messa in atto, allora è lecito pensare che debba servire a qualcos’altro.
A parte l’evidente scopo ricattatorio e punitivo (cfr Brunetta), se fossi un complottista sarei portato a credere che si tratta di un test sociale per valutare l’arrendevolezza di un’intera collettività a soluzioni farlocche se opportunamente sottoposta a condizioni di stress prolungato.
Fortunatamente non sono complottista e posso dormire sonni tranquilli.

Pubblicato in Società | Contrassegnato , , | 2 commenti

Draghi, il tautologico

Il Primo ministro Draghi, ogni volta che gli capita di esprimere un concetto, rivela il grigio funzionario che è in lui. Ne è ultima conferma la frase “Le cose vanno fatte perché si devono fare”, pronunciata ricordando Beniamino Andreatta (curatore insieme a Ciampi del malaugurato divorzio fra Tesoro e Bankitalia).

La frase, un po’ tautologica, sorvola sul fatto che le “cose che si devono fare” generalmente non sono tali per vincolo di natura, ma dipendono da scelte il più delle volte squisitamente politiche, e in quanto tali conseguenza del compromesso fra interessi divergenti e rapporti di forza più o meno asimmetrici.
Un processo che potrebbe perfino definirsi democratico, se anche il popolo ne venisse coinvolto qualche volta.

È probabile invece che il Nostro (la cui deformazione professionale di ligio esecutore è maturata nei numerosi anni trascorsi al servizio di poteri al riparo dal processo elettorale), per “cose che si devono fare” intenda la lista delle disposizioni che ha ricevuto con il mandato.
Il quale mandato, è superfluo ricordarlo, non gli deriva dall’esito di una normale consultazione elettorale dove ciascuno dei concorrenti illustra il proprio programma.

Anzi, a pensarci bene nessuno è in grado di dire qual è il programma di questo esecutivo. Esiste certo l’obiettivo generale di superare l’attuale emergenza economico-sanitaria e ambientale (vaste programme, direbbe qualcuno), ma le misure particolari di cui intende avvalersi per realizzarlo (“le cose che si devono fare”, appunto) non sono mai state oggetto di discussione nel Paese, né è dato sapere quali sono i criteri secondo i quali verranno ripartiti i costi fra le diverse componenti sociali.

Anche se qualche indizio, a dire il vero, in questi mesi è già trapelato.

Pubblicato in Riflessioni, Società | Contrassegnato | Lascia un commento