Estote parati

Carlo Rovelli: “L’Italia mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, ma siccome ho osato criticare il ministro della difesa, il mio intervento è stato cancellato“.

Evocare il fascismo può sembrare anacronistico, ma molto dipende dall’accezione che si vuole dare a questo concetto: e cioè se inteso come fenomeno storico circoscritto e irripetibile nelle sue manifestazioni esteriori, o come atteggiamento mentale di sottomissione attiva all’imbonimento di sistema.

Certamente lo zeitgeist, l’odierno spirito del tempo, è quello della necessità del pensiero unico, dell’adesione cognitiva alla narrazione omologante, quella da cui non è possibile dissociarsi pena l’emarginazione sociale.
È successo con la crisi finanziaria del 2008, poi dal 2019 con la crisi pandemica; succede dal 2022 con la crisi bellica in Ucraina. E ogni volta la coercizione si è fatta più cogente, ogni volta gli aedi del sistema sono diventati più sfrontati nello stilare liste di proscrizione da offrire alla riprovazione collettiva.

Se questo non è in essenza fascismo, allora è qualcosa che gli assomiglia parecchio.


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