La millesima vittima

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Ilan Pappé
 è uno storico israeliano, Pappéprofessore nel dipartimento di Storia all’università di Exeter (UK) e autore di diversi libri fortemente critici nei confronti del sionismo e della politica israeliana. Fra le sue opere, una “Storia della Palestina moderna”, del 2005, e “Ultima fermata Gaza”, quest’ultimo scritto con Chomsky e altri; due libri che insieme ai lavori di Norman Finkelstein, (“L’industria dell’Olocausto”) e al libro di Paolo Barnard (“Perché ci odiano“) sono, a mia conoscenza, fra i testi più importanti per una comprensione del conflitto in Palestina.

Su The Electronic Intifada Pappé ha scritto una lettera aperta, indirizzata idealmente alla famiglia della millesima vittima dell’attuale “operazione” israeliana contro Gaza. Una lettera del 24/7 – un po’ vecchia visto che risale a 360 vittime fa, secondo l’aggiornamento di stamattina 31/7/2014. Mi scuso per il ritardo ma non è colpa né sua né mia se il contatore sembra impazzito tanto sale velocemente: una velocità presumibilmente inferiore solo a quella del contatore che misura il numero dei potenziali futuri miliziani di Hamas che la politica di Israele va creando.

La propongo qui nella traduzione italiana pubblicata dal sito NENA News, (enfasi e links miei) ripromettendomi una maggiore tempestività quando il contatore toccherà la soglia 2000.

Ilan Pappé: Alla famiglia della millesima vittima del massacro genocida di Israele a Gaza.

Non so ancora chi fosse il vostro caro. Avrebbe potuto essere un bimbo di pochi mesi, o un ragazzo giovane, un nonno o uno dei vostri figli o genitori. Ho sentito parlare della morte del vostro caro da Chico Menashe, un commentatore politico di Reshet Bet, la principale stazione radio di Israele.
Ha spiegato che l’uccisione del vostro amato, così come la trasformazione dei quartieri di Gaza in macerie e l’allontanamento di 150.000 persone dalle loro case, è parte di una strategia israeliana ben calcolata: questa carneficina distruggerà l’impulso dei palestinesi di Gaza a resistere alle politiche israeliane.Ho sentito questo mentre leggevo nell’edizione del 25 luglio del presunto rispettabile quotidiano Haaretz le parole del non così rispettabile storico Benny Morris  sul fatto che questo non sia ancora abbastanza.
Egli chiama le politiche di genocidio attuate finora “refisut” – debolezza della mente e dello spirito. Egli esige molta più distruzione di massa in futuro con la consapevolezza che questo è il modo giusto di comportarsi se si vuole difendere la nostra “villa nella giungla”, come l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak ha descritto Israele.

territori-palestina-1946-2000

Deserto inumano
Sì, ho paura a dire che i media israeliani e il mondo accademico sono totalmente al fianco della strage a parte poche voci difficilmente udibili in questo deserto disumano. Non scrivo questo per dirvi che mi vergogno – mi sono dissociato molto tempo fa da questa ideologia di stato e faccio tutto il possibile come individuo per affrontarla e sconfiggerla. Probabilmente non è stato sufficiente; siamo tutti inibiti da momenti di vigliaccheria, egoismo e forse l’impulso naturale di prenderci cura della nostra famiglia e dei nostri cari.
Eppure sento il bisogno oggi di fare una promessa a voi, una promessa che nessuno dei tedeschi che mio padre conosceva durante il periodo del regime nazista era disposto a fare a lui quando i criminali commisero il genocidio contro la sua famiglia.
Questo non è niente di più di un piccolo impegno nel vostro momento di dolore, ma è il meglio che possa offrire e non dire niente non è un’opzione. E non fare nulla è anche meno di un’opzione.
Siamo nel 2014 e la distruzione di Gaza è ben documentata. Questo non è 1948, quando i palestinesi hanno dovuto faticare non poco per raccontare la loro storia di orrore; molti dei crimini commessi allora dai sionisti sono stati nascosti e non sono mai venuti alla luce. Così il mio primo e semplice impegno è quello di registrare, informare e insistere sulla verità.
La mia vecchia università, l’Università di Haifa, ha reclutato i suoi studenti per diffondere le menzogne ​​di Israele in tutto il mondo utilizzando Internet. Ma questo è il 2014 e la propaganda di questo genere non regge.

Impegno per il boicottaggio
Ma sicuramente questo non è sufficiente. Mi impegno a continuare lo sforzo di boicottare uno Stato che commette tali crimini. Solo quando l’Unione delle Federazioni Calcistiche Europee espellerà Israele, quando la comunità accademica si rifiuterà di avere rapporti istituzionali con Israele, quando le compagnie aeree esiteranno a volare lì, e quando ogni gruppo che può perdere denaro a causa di un atteggiamento etico nel breve termine capirà che a lungo andare si guadagnerà sia moralmente che finanziariamente – solo allora inizieremo a onorare la vostra perdita.
Il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) ha avuto molti successi e continua il suo instancabile lavoro.
Gli ostacoli sono ancora la falsa accusa di antisemitismo e il cinismo dei politici. Ecco perché un’iniziativa onorevole di architetti britannici di forzare i loro colleghi in Israele a prendere una posizione morale piuttosto che essere complici nella colonizzazione criminale della terra è stata bloccata all’ultimo momento.
Iniziative simili sono state sabotate altrove da politici senza spina dorsale in Europa e negli Stati Uniti.
Ma il mio impegno è quello di essere parte dello sforzo per superare questi ostacoli. La memoria del vostro caro sarà la forza trainante, insieme al vivo ricordo delle sofferenze dei palestinesi nel 1948 e da allora.

Macello
Lo faccio egoisticamente. Prego e spero che in questo momento, il peggiore della vostre vite in cui state a Shujaiya, Deir al-Balah e Gaza City a guardare il macello creato da aerei da guerra israeliani, carri armati e artiglieria, voi non perdiate la speranza nell’umanità.
Questa umanità comprende anche israeliani, quelli che non hanno il coraggio di parlare, ma che esprimono il loro orrore in privato come attestano le mie traboccanti caselle di posta e Facebook, così come la piccola manciata che manifesta pubblicamente contro il genocidio incrementale a Gaza.
Essa comprende anche quelli non ancora nati, che forse saranno in grado di sfuggire a una macchina di indottrinamento sionista che insegna loro, dalla culla alla tomba, a disumanizzare i palestinesi a un livello tale che ardere vivo un ragazzo palestinese di sedici anni non riesce a commuoverli o a distruggere la loro fede nel loro governo, nell’esercito o nella religione.

Sconfitti
Per il loro, il mio e il vostro bene, mi auguro che potremo anche sognare il giorno seguente – quando il sionismo sarà sconfitto come l’ideologia che governa le nostre vite tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo e tutti noi avremo la vita normale che desideriamo e meritiamo.
Quindi mi impegno oggi a non essere distratto anche da amici e dirigenti palestinesi che ancora stupidamente ripongono le loro speranze nell’ormai datata “soluzione a due stati”. Se uno ha l’impulso di essere coinvolto nel portare un cambiamento di regime in Palestina, l’unica ragione per fare questo è lottare per la parità di diritti umani e civili e la piena restituzione per tutti coloro che sono e sono stati vittime del sionismo, dentro e fuori l’amata terra di Palestina.
Possa la vostra persona amata riposare in pace sapendo che la sua morte non è stata vana – e non perché sarà vendicato. Non abbiamo bisogno di ulteriori spargimenti di sangue. Credo ancora ci sia un modo per portare i sistemi malvagi verso la loro fine con la potenza di umanità e moralità.
Giustizia significa anche portare gli assassini che hanno ucciso la vostra persona amata e tanti altri in tribunale, e dobbiamo perseguire i criminali di guerra di Israele nei tribunali internazionali.
E’ un modo molto più lungo e, a volte, anche io sento l’impulso di far parte di quelli che utilizzano la forza bruta per mettere fine alla disumanità. Ma mi impegno a lavorare per la giustizia, la piena giustizia, la giustizia riparatoria.

Questo è quello che posso promettere: lavorare per evitare la prossima fase della pulizia etnica della Palestina e il genocidio dei palestinesi a Gaza.

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Informazioni su Mauro Poggi

Fotodilettante Viaggiamatore
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19 risposte a La millesima vittima

  1. tramedipensieri ha detto:

    Per questo tipo di persone la vita è ancora più difficile. In bilico tra i propri affetti e la propria coscienza di uomo.
    I Governi, se volessero, sanno perfettamente che fare.

    .e siamo sempre là con il ragionamento…e il cuore stretto.

    grazie
    .marta

    • Mauro Poggi ha detto:

      La presa di coscienza, per loro, dev’essere davvero lacerante e particolarmente dolorosa. Un scelta che – come si vede dal video di Finkelstein – li condanna all’incomprensione della maggior parte di coloro con cui condividono le loro radici culturali e religiose.
      Per questo, proprio perché non sono certo comode, considero che a questo tipo di testimonianze vada almeno riconosciuta la buona fede.

  2. Gabriella Giudici ha detto:

    Notevole, Finkelstein. Copio.

  3. Gabriella Giudici ha detto:

    In questi giorni, se vuoi, puoi seguire la pagina fb di Joseph Halevi: sta inserendo una quantità impressionante di riferimenti.

    • Mauro Poggi ha detto:

      Halevi è fra i miei contatti; lo seguo con interesse anche se le nostre valutazioni nei confronti dell’Europa tendono a divergere 🙂
      Ma tu sei su FB?

      • Gabriella Giudici ha detto:

        Ci vado molto malvolentieri, ma ho creato un profilo quando, prima di aprire il blog, condividevo lì un po’ di materiali con i miei studenti.

        • Mauro Poggi ha detto:

          FB ha pregi e difetti come tutti gli altri social network: stucchevole se usato per scambiare convenevoli, utile per cercarvi o condividere informazioni. Halevi lo usa sistematicamente, praticamente è il suo modo di fare blog. Io mi ci trovo abbastanza bene, meglio di Google+ con cui ho poca dimestichezza.

        • Gabriella Giudici ha detto:

          Certo, il problema è che ogni volta che ci capito, mi imbatto nel peggio, quindi mi tengo alla larga :-).

  4. aldoricci ha detto:

    nell’allora libera università di Trento (‘689… pochi autentici professori di sociologia continuavano a insegnare quel che credevano giusto… nonostante il parere contrario delle maggioranza degli studenti e di gran parte dei docenti… tutti uniti nel non voler migliorare… ma semmai distruggere la così/detta università borghese… che difatti oggi non esiste più con i risultati sotto gli occhi di tutti… questi rari docenti provvisti di guts (coglioni) raccomandavano di dichiarare i propri, personali pre-giudizi prima di pubblicare un ricerca o esternare un’opinione… precetto che al quale ho sempre adempiuto come sono in procinto dar fare adesso… ragion per cui… prima di esternare la mia opinione sul merito o demerito di questo post… in quanto occidentale che non rinnega le proprie radici culturali ma anche le responsabilità inerenti quanto meno alla difesa… ritengo che gli israeliani in quanto occidentali… oltre che a difendere il loro territorio… in talune circostanze l’attacco equivale all’unica possibile difesa… è comprensibile facciano quel che stanno facendo… anche perché non dimentico che gran parte del mondo arabo islamico sta conducendo un’evidente tentativo di distruggere l’occidente… di cui Israele nel bene e nel male… rappresenta una solida difesa… rispetto alla quale dovrei dissociarmi?… non credo proprio & via discorrendo…

    • Mauro Poggi ha detto:

      Caro Aldo, i tuoi personali pre-giudizi li conosco, in quanto li hai già (onorevolmente) dichiarati in altra occasione. Il pre-giudizio è una condizione psicologica di cui ognuno di noi soffre, talmente generalizzata che la sua assenza, ove fosse riscontrata in taluni individui, li potrebbe rendere sospetti di una qualche patologia.
      Fra il tuo schierarti apertamente per Israele e le equidistanze pelose di altri preferisco la tua posizione. Che però, sia chiaro, “pre-giudizialmente” non condivido – come non condivido le equidistanze.
      Personalmente non capisco come Israele stia solidamente difendendo l’Occidente; e se i mezzi necessari sono quelli che vediamo in questi giorni, e che abbiamo visto da decenni, allora il fine che li giustifica dev’essere ben misera cosa. In effetti un buon esercizio sarebbe chiederci come mai tanto astio nei confronti dell’Occidente: le politiche di prevaricazione e predazione che ha perseguito e cerca di continuare a perseguire non hanno davvero nulla a che fare con l’odio che esso suscita? Solo per limitarci al conflitto Israele/palestina, forse che le mappe diacroniche qui sopra, pubblicate già diverse volte su questo blog, non sono tragicamente eloquenti?
      La mia sensazione è che Israele, con ogni battaglia che vince in questo modo, stia preparando la propria sconfitta finale. Una mera questione di tempo, poco o tanto che ce ne voglia: il tempo è sempre dalla parte di chi non ha più nulla da perdere.
      Per questo, a differenza di quello che pensi tu, trovo che non sia comprensibile che facciano quello che stanno facendo, né da un punto di vista banalmente umanitario né da un punto di vista cinicamente opportunistico.

      • aldoricci ha detto:

        ieri l’altro sono andato sul tuo blog non trovando né la voce reblog né quella relativa ai commenti… prima di rispondere volevo rileggere il mio… a ogni buon conto di risponderti me n’è passata la voglia… non potendone veramente più… non di te ma di tutta questa interminabile “vertenza”…

        • aldoricci ha detto:

          di nuovo qui per rispondere a una tale delle tante tali, ho individuato la posizione dei commenti che ieri o l’altro ieri non avevo trovato, presumendo che la loro posizione su wordpress fosse identica ma evidentemente mi sbagliavo. Il che dipende dal mio esaurimento, senz’altro lavorativo visto & considerato che negli ultimi tempi ho tirato troppo la corda, e forse anche esistenziale perché son tra quelli proprio stufi di tutto di più. Te lo dico perché non vorrei averti dato l’impressione di s/fuggire al compito di rispondere al tuo circostanziato commento, al quale sono sempre pronto a risponderti in modo fors’anche antipatico (leggi fuori dai denti), però fatto di persona, de visu qualora tu transitassi da Firenze o viceversa, anche se adesso non ho presente dove tu risieda. Ma se non me la sento di rispondere nero su bianco sul tuo blog non è soltanto per via della mia stanchezza attuale, ma anche per la troppo pregressa non potendone più degli eterni discorzi (con la “z”) pregiudizialmente anti-americani, anti- israeliani e anti-occidentali & via discorrendo, che mi perseguono e mi perseguitano sin dai tempi del ’68 che feci pur se su posizioni anomale, pagandone l’in/debito prezzo almeno due volte. Quanto ai generici, ma anche alle comparse, dei detrattori & annunciatori del declino del cos’/detto impero amerikano – quanti anni anni son passati dal celebre omonimo tomo di… – non mi stanco di ripetere che ormai siamo presumibilmente alle porte della sua fine dopo la quale, nella misura in cui(sic!) un impero c’è sempre stato e ordunque sempre ci sarà, resterebbe da optare e/o da divinare se dopo quello Usa, sarà la volta > a) della Cina; b) dell’India; C) del Brasile… & chi più ne ha più ne metta. Quel che so per certo, almeno dal mio personale – et egoistico? chissà – tornaconto personale, mi auguro vivamente di chiudere gli occhi prima che una delle suddette (o altre) ipotesi si avveri. A buon intenditor

        • Mauro Poggi ha detto:

          Caro Aldo,
          Se ti può consolare anch’io ho a che fare quotidianamente con frustrazione e stanchezza, e non solo per lo specifico argomento di questo post.
          Se dovessi passare con abbastanza tempo da Firenze sarebbe un piacere discuterne personalmente, magari con davanti il panorama della città e in mano un bicchiere di vino; due cose che inducono sempre a sentimenti di tolleranza ed empatia, quindi ideali per la discussione 🙂
          Essendo io dalle parti di Genova non siamo nemmeno così distanti. Se capitasse a te di essere dalle mie parti vale lo stesso discorso, ovviamente.

    • Gabriella Giudici ha detto:

      Ovvero, come citare Weber senza averlo capito, pur avendo studiato sociologia a Trento.

      • aldoricci ha detto:

        a quale nostra supposta citazione su Weber si ri/ferirebbe egregia supponente signora di modo che le si possa eventualmente rispondere per le rime ammesso e non concesso che se ne avesse ancora voglia?

  5. aldoricci ha detto:

    Ok Mauro bene così

  6. Sendivogius ha detto:

    Per ragioni pratiche, mi sono permesso di ‘rubarti’ la mappa sulla progressiva erosione dei territori palestinesi dal 1946 al 2000. Spero non me ne vorrai..;)

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