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Di battaglie, perse e da vincere.
“Politicamente le serate sono state neutralizzate. Anche i miei contatti più impegnati e lucidi le trascorrono a fare polemiche, spesso condivisibili ma del tutto inutili, contro la spazzatura che hanno visto in televisione, nei talk show in particolare, con conduttori squallidi e altrettanto squallidi ospiti. Così si fa il gioco del potere liberista, che intenzionalmente offre squallore in modo che lo squallore diventi l’unico oggetto del pensiero. Oppure non vi siete accorti che le loro cazzate stanno occupando le nostre menti e condizionando i nostri discorsi, tenendoci sulla difensiva e appiattendo i ragionamenti al livello infimo a cui li vogliono tenere?
È successo con il sistema di mercato capitalistico, i cui meccanismi di relazione e produzione sono diventati l’unico orizzonte di possibilità pensabile; succede con la globalizzazione, che ne è la logica conseguenza e sarebbe “antistorico” avversare; succede con l’Unione europea, tanto comunitaria quanto monetaria, che della globalizzazione è solo un caso particolare e come la globalizzazione è quindi irreversibile.
Come spiega il linguista americano George Lakoff, le forze progressive hanno rinunciato a costruire una convincente narrazione autonoma. La rinuncia alla proposta di un progetto sociale alternativo, sostituito con un’offerta governamentalista dell’esistente, ha depotenziato il loro linguaggio e con esso, fatalmente, l’immaginario e la carica emotiva che doveva suscitare.
Vero è che attualmente le intelligenze a disposizione per raccogliere tali ammaestramenti sembrano piuttosto scarse; ma non è detto che sarà sempre così.
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L’ha ribloggato su bondenocome ha commentato:
Dopotutto la “fine della storia”, annunciata con grande clamore da Fukuyama quasi trent’anni fa, si è dimostrata esser solo una smisurata, arrogante fake-news