Dalla bacheca FB di Andrea Zhok, un utile promemoria:
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L’intero debito pubblico greco ammonta a circa 320 miliardi di euro (370 miliardi di dollari). Uno haircut del 40% (130 miliardi) sarebbe sufficiente a renderlo sostenibile nel lungo periodo.
Il salvataggio della banca d’affari Citigroup è costata 2.513 miliardi di dollari.
Quello di Morgan Stanley è costata 2.041 miliardi di dollari.
Quello di Barclays 868 miliardi.
Quello di Goldman Sachs 814 miliardi.
Quello di JP Morgan 391 miliardi.
Se andiamo a banche europee salvate da stati europei a scapito degli erari pubblici europei, il salvataggio di Bnp Paribas è costato 175 miliardi e quello della Dresdner Bank 135 miliardi.
D’altra parte, se per l’intero “piano Juncker”, di rilancio anticiclico, sono stati raggranellati 20 miliardi, non mi pare ci sia molto da interpretare circa le priorità dell’attuale politica europea.
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L’ha ribloggato su Cor-pus.
“Le grandi società non sanno che la linea di demarcazione tra fame e furore è sottile come un capello. E il denaro che potrebbe andare in salari va in gas, in esplosivi, in fucili, in spie, in polizie e in liste nere. Sulle strade la gente formicola in cerca di pane e lavoro, e in seno ad essa serpeggia il furore, e fermenta” (J. Steinbeck, Furore, XXI).
Un grande romanzo. Un modo per dire che quello greco non è un problema economico, ma politico, è raccontato qui:
Il babbo disse: “[…] Ma il problema è, c’è posto per tutti sulla macchina? E siamo in grado di nutrire una bocca in più?” Senza voltare la testa, ripeté la domanda: “Mamma, siamo in grado?”
La mamma si schiarì la gola. “Quanto a essere in grado, siamo in grado di niente; né partire per la California, né niente. La questione è di sapere se ‘vogliamo’ prenderlo con noi o no.”
Bellissimo, ne avevamo parlato qualche anno fa.
Infatti, credo che devo a te il fatto di averlo riletto dopo tanti anni 🙂
Mi viene sempre in mente quando devo assistere a feroci ingiustizie.
« E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia. »
😉 Mi sa che anche tu hai letto ed apprezzato l’ottima analisi di Mariana Mazzucato, pubblicata oggi su “La Repubblica”…
http://www.repubblica.it/economia/2015/07/13/news/solo_lo_spirito_del_dopoguerra_potra_salvarci_dalla_crisi_eterna-118949339/
P.S. Ottima la scelta di utilizzare le opere di George Grosz (è lui vero?), per illustrare il testo.
Ai tedeschi bisognerebbe ricordare cosa è stata Weimar…
Apprezzo la Mazzucato ma non leggo Repubblica. Grazie per la segnalazione, vado a leggere 🙂
Analisi tutta condivisibile. Forse un attimino distratta quando scrive “La Siemens non si è aggiudicata appalti all’estero perché paga poco i suoi lavoratori, ma perché è una delle aziende più innovative al mondo, anche grazie a questi investimenti pubblici”. Dimenticando di ricordare che oltre a essere fra le più innovative la Siemens ha anche il primato delle bustarelle nel mondo, un “vantaggio competitivo” non trascurabile:
http://www.panorama.it/economia/corruzione-tangenti-caso-germania/
In effetti, la ‘svista’ sull’attività mazzettara della Siemens è l’unica “sbavatura” nell’analisi della Mazzuccato.