L’educazione delle donne è volta in maniera troppo esclusiva a valorizzare le attrattive della giovinezza e della bellezza.
Il problema è che il gusto degli uomini, quale che sia, è stato elevato a criterio della formazione del carattere femminile.
§
Emma Hart Willard, all’Assemblea legislativa dello Stato di New York.
1819.
e adesso come si fa?
😦
E’ un modello culturale che riguarda entrambe le parti, quindi c’è da lavorare sia sull’una che sull’altra… Almeno credo. Ma è vero è che noi maschietti siamo quelli più “de coccio”
Tu cosa ne pensi?
vedi, caro… io la penso in un modo un po’… diciamo sovversivo. Infatti quel mio “e mo come se fa?” era una battutina. Sorry…
Certo che c’è molta verità in quello che dice Emma Hart Willard.
Non c’è dubbio che la formazione del carattere femminile sia… ecc ecc…
ed anche, ovviamente, quella del carattere maschile.
C’è da dire comunque che la Bellezza è un valore assoluto, e chi non ne è ammaliato getti la prima pietra. Sia che sia femmina, che sia maschio. Stesso dicasi per la giovinezza.
Ma qui scatta la saggezza. Sempre sia femminile che maschile. Ché un conto è essere ammaliati, un conto …esserne schiavi. E parla una che schiava della bellezza è, anche se cerca di liberarsi di detta schiavitù.
Est modus in rebus, caro… sempre.
(e parla una smodata!)
Ciao, dunque… e buon, Bella serata!
Qui si parlava di “gusto” e di “criterio”, più o meno condivisi e introiettati, e di “carattere”, non di “schiavitù”.
Questo, nelle frasi di partenza.
Ciascuno sarà poi “libero” di rendersi conto di che cosa sia “schiavo”, di quale tornaconto gliene derivi, della voglia eventuale di non esserlo.
Ma il tema era un altro.