Addendum al post del 14/10.
Il Commissario uscente Karel de Gucht, in un’audizione di ieri 15/10 davanti all’Europarlamento, ha voluto rispondere ai tre principali motivi di preoccupazione sollevati dal TTIP:
1) La “pretesa” mancanza di trasparenza;
2) Il “preteso” rischio di abbassamento delle soglie di tutela verso consumatori e cittadini
3) L’ ISDS (Investor-State Dispute Settlement), il regolamento internazionale che garantisce il diritto di un investitore straniero a citare in giudizio lo Stato di cui è ospite presso tribunali sovranazionali.
Brevemente, da quel che capisco leggendo la trascrizione dell’intervento:
1) Trasparenza: Non è vero che i negoziati siano opachi, e in ogni caso se mancanza di trasparenza c’è dipende dagli Stati Uniti che pretendono un certo livello di riservatezza. Ma la documentazione ufficiale è disponibile sia per gli europarlamentari che per i membri del Congresso americano.
[ Poco importa se le multinazionali americane ed europee godono di un trattamento leggermente più favorevole, avendo pieno accesso ai documenti preparatori e ai membri della commissione negoziale tramite un esercito di 600 lobbisti accreditati come consulenti ]
2) Tutele: “Condividiamo con gli USA gli stessi obiettivi di qualità e protezione, e anche quando i livelli non coincidono esattamente le nostre preoccupazioni e i nostri valori sono molto più allineati che in qualunque altra parte del mondo. E’ la ragione per cui il Presidente [ e nobel sulla fiducia ] Obama a Bruxelles ha affermato chiaramente che non accetterebbe alcun accordo che abbassasse gli standard di protezione”. […E Bruto è uomo d’onore ].
3) ISDS: “Il timore è che [ il TTIP ] apra la strada ad arbitraggi che consentano alle grandi multinazionali americane di pregiudicare lo spazio politico dei nostri parlamenti democraticamente eletti. Un esempio molto citato è la causa in corso della Philip Morris contro l’Australia per avere introdotto l’obbligo di indicare sui pacchetti di sigarette il rischio per la salute
[ qui dimentica di citare quella contro l’Uruguay, iniziata nel 2010, dove la Philips Morris sostiene di essere stata danneggiata dalla campagna di quel governo contro il tabagismo e chiede un risarcimento di 2 miliardi di dollari – poco meno del 4% del PIL uruguaiano ]. Per questo aspetto abbiamo sospeso i negoziati e stiamo conducendo una consultazione pubblica, da cui trarremo le conclusioni a tempo debito.”
L’unica consultazione pubblica che ho trovato è questa , rivolta via internet a tutte le parti interessate (stakeholder) europee che si sentano coinvolte e che vogliano dare il proprio contributo.
Ma sbirciando la pagina del questionario ci si accorge che esso riguarda solo le imprese (i cittadini, evidentemente, non sono parti interessate – anche se saremo noi in primo luogo a subire – o godere, secondo i negoziatori – le conseguenze). Non vi vedo comunque alcun accenno alla questione ISDS. Forse si tratta di una diversa consultazione in fase di allestimento, sono fiducioso che ciascuno di noi riceverà a breve un formulario sul tema, da compilare e restituire con sollecitudine.
Tutto bene, dunque? Tutto trasparente, tutto democratico? Può darsi. Non la pensa così il gruppetto di europarlamentari che ieri, dopo l’audizione, a nome dell’esigua e variegata schiera eurocritica hanno manifestato presso gli uffici della Commissione:
L’ha ribloggato su Buseca ن!.
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