Spiegato pari pari da Ska Keller, Europarlamentare verde tedesca, le ragioni per cui la Germania sarebbe danneggiata uscendo dall’euro. Sono le stesse per cui sarebbe simmetricamente avvantaggiata l’Italia ove fossimo noi a uscirne.
Se – come è chiaro a tutti – uscendo dall’euro la nuova lira subirebbe una svalutazione rispetto all’euro attuale, mentre il nuovo marco verrebbe rivalutato, significa che la Germania opera oggi con un euro-tedesco sottovalutato, mentre l’Italia opera con un euro-italiano sopravvalutato. Non è poi così difficile…
Ieri sera Ballarò ospitava in collegamento con lo studio Franziska Maria Keller, Europarlamentare verde tedesca, che ha spiegato la sua visione del futuro della Germania nel caso di abbandono della moneta unica europea.
Traduciamo integralmente di seguito la sua dichiarazione:
“Prendiamo l’esempio tedesco…se la Germania lasciasse l’euro, come dicevate voi, perderemmo moltissimo posti di lavoro nel settore dell’export perché nessuno comprerebbe più i prodotti tedeschi, carissimi, perché non ci sarebbe più l’euro.
Non ha senso lasciare l’euro: si creerebbe una perdita di posti di lavoro enrorme. Dobbiamo lavorare insieme per uscire dalla crisi e perciò dobbiamo fermare le politiche di austerità che ci hanno portato sempre più a fondo nella crisi.
Uscire dalla crisi significa creare posti di lavoro di qualità che saranno ancora qui nei prossimi 20 e 30 anni”.
Serve un disegnino?
Esemplificazione grafica delle politiche coordinate dell’Eurozona (fonte)
L’Euro ha causato il boom dell’export tedesco…
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No, veramente è un concetto semplicissimo. Non serve un master in economia per capirlo.
Ma noi ci troviamo dinanzi ad un dogma, ad una di quelle verità di fede rivelate, che non possono e non devono essere messe indiscussione: “rigore”, “austerità”, “pareggio di bilancio” (in tempi impossibili), “fiscal compact”… perché come vuole la sacra vulgata, “ce lo chiede l’Europa”..! A me pare che più che altro ce lo imponga la Germania, coi suoi tirapiedi baltici e le nuove colonie dell’Est.
Quello che davvero non riesco a capire è quale sindrome di inferiorità, quale sudditanza psicologica, spinga il governo italiano (e francese col la sua patetica grandeur referenziale d’accatto), per non parlare dell’intera Europa mediterranea, ad allinearsi supinamente ai diktat di Berlino.
Insomma, se dovevamo metterci sotto la cappella imperiale del ricostituito Reich tedesco, tanto valeva dargliela vinta a tavolino direttamente nel 1914.