Attraverso lo specchio: il conservatore Cameron e il socialista Hollande.

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Al summit anglo-francese del 31 gennaio nell’Oxfordshire fra Cameron, conservatore, e Hollande, socialista, si è manifestata la piena sintonia a livello di cooperazione militare in Libia, Siria e Centrafrica. Buona sintonia anche a livello commerciale: firmato l’accordo che prevede la costruzione di due centrali nucleari Edf nel Regno Unito.

Qualche distinguo a livello politico.
Cameron, conservatore, vuole rinegoziare i trattati europei entro il 2017 e indire subito dopo un referendum confermativo.
Hollande, socialista – quello che in campagna elettorale sosteneva di voler rivoltare l’Europa come un calzino – ora dice che “la riforma del trattato europeo non è una priorità al momento“, tanto più che ultimamente si è convertito al dogma europeista dell’austerità: svalutazione interna e taglio della spesa pubblica. A riprova che senza sovranità monetaria non esiste sovranità politica, nemmeno per la grandeur francese.

(Chi auspica una santa alleanza dei paesi periferici contro lo strapotere tedesco, sappia quindi che sarà inutile disturbare la Francia: lì – almeno a livello governativo – sono ancora convinti di far parte dell’eurosalotto buono).

Rimane il fatto che l’esito del summit lascia un effetto di straniamento, come se fossimo precipitati dall’altra parte dello specchio e vivessimo una realtà speculare alla nostra. Che poi, a pensarci bene, di questi tempi è una sensazione mica troppo infrequente.

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Aliceroom3

Informazioni su Mauro Poggi

Fotodilettante Viaggiamatore
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