“…io non voglio neanche sapere cosa aveva fatto prima quel ragazzo su cui è stata sferrata una manganellata in pieno volto mentre era a terra bloccato. Per quel che ne so, avrebbe anche potuto attentare alla vita di qualcuno un attimo prima: una volta che è stato bloccato e messo nelle condizioni di non nuocere più il lavoro del poliziotto è finito. Il resto si chiama accanimento, del tutto ingiustificabile se a metterlo in atto è un funzionario di uno Stato democratico.
Nelle reazioni del tutto sproporzionate di alcuni agenti di polizia in servizio in occasione di manifestazioni di piazza si legge una sorta di desiderio di punizione: sfugge forse che in un sistema democratico le eventuali “punizioni” devono esser inflitte da un giudice e, soprattutto, che il nostro ordinamento non prevede più le pene corporali (e qualcuno forse ne ha nostalgia). L’uso della forza, dunque, è (deve essere) strettamente limitato ai casi di necessità e deve essere sospeso immediatamente quando la persona in questione non è più in grado di nuocere a nessuno. E anche il più pericoloso dei criminali, una volta bloccato a terra da due poliziotti, non può più fare del male a una mosca.”
Il testo completo di questo bel post di Cinzia Sciuto lo trovate sul suo blog Animebelle.
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“…una volta che è stato bloccato e messo nelle condizioni di non nuocere più il lavoro del poliziotto è finito”. Concordo e sottoscrivo.
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