Della Grecia, di banche, di burocrati viaggianti.

Econuestra è un blog spagnolo gestito da un collettivo di studiosi di economia a vario titolo – accademici, studenti, giornalisti – con posizioni critiche nei confronti del “fondamentalismo mercatista”.
Qui un loro articolo del 6 ottobre sugli ultimi sviluppi della situazione greca, che di seguito riassumo con qualche mia integrazione [testo fra parentesi quadre]:

In questi giorni i tecnici della Troika (BCE, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale) sono in Grecia per trattare un ulteriore pacchetto di misure di austerità in cambio della concessione di una nuova rata degli aiuti per 173 miliardi approvati nel marzo scorso.

Si ricorda che le erogazioni sono frazionate per condizionarle ogni volta al raggiungimento degli obiettivi imposti e fissarne eventualmente altri, con possibilità di bloccarli ove l’esame rivelasse insufficienze nell’adempimento degli impegni presi; e poiché la Grecia non è in grado di accedere ai mercati finanziari se non a prezzi proibitivi è evidente che i margini di negoziazione del paese sono praticamente nulli: l’alternativa sarebbe la dichiarazione di default e l’uscita dall’euro.

I tecnici esigono nuovi tagli per 11,6 mld di euro nei prossimi due anni, ma il piano del governo greco – che non prevedeva ulteriori riduzioni alle pensioni e al pubblico impiego, non è stato ritenuto credibile e sono imposti nuovi tagli di salari e pensioni, oltre al licenziamento di 150.000 funzionari entro il 2015.
Suggeriscono inoltre di portare a 6 giorni la settimana lavorativa, insieme altre misure intese a “migliorare la produttività”.
[Le “raccomandazioni” erano già contenute in una lettera propedeutica alla visita, del cui contenuto ho parlato in questo post del 6 settembre scorso].

Il primo ministro conservatore Samaras, cosciente della sua debolezza,  ha cercato di ottenere una proroga di due anni.

[“La tenuta della società è messa in pericolo dalla disoccupazione crescente, com’è stato in Germania alla fine della repubblica di Weimar”, ha affermato. Per Samaras la società greca è minacciata da populisti dell’estrema sinistra e da un partito, che non si era mai visto prima nel paese, di ispirazione fascista o neonazista, che rappresenta già la terza forza del paese ed è in crescita nei sondaggi. “I tagli che abbiamo già implementato ci hanno ridotto all’osso. Siamo al limite di ciò che si può chiedere al nostro popolo… Sempre più greci devono andare a mense per i poveri della Chiesa e del volontariato per avere un pasto caldo”.  (Il Sole 24 ore)]

In questo contesto il disagio e la rabbia crescono rapidamente. Dal 2008 ci sono stati 25 scioperi generali, 22 di una giornata e 3 di due giorni [al conteggio va aggiunto quello odierno, 18/10, durante il quale un manifestante è morto colto da infarto]. Lavoratori e pensionati hanno visto dimezzati i propri redditi, ma questa deflazione non ha impedito che la recessione sia arrivata al quinto anno consecutivo: con un PIL in caduta libera, -20% (rispetto al 2007), e un tasso di disoccupazione del 24%   [25,1% secondo gli ultimi dati. Il leader dell’opposizione Tsipras denuncia una macelleria sociale peggiore di quelle attuate da Tatcher e Pinochet].

La risposta dei creditori, rappresentati tra gli altri dal governo Merkel, è stata inflessibile. Berlino esige la stretta osservanza delle condizioni previste dal “salvataggio”, nonostante il “piano Marshall” per la Grecia si concretizzi con  un credito BEI per le piccole e medie imprese di appena 750 milioni di euro.
[Rainews 24, un paio di giorni fa, ha dato la notizia che la Troika sarebbe orientata a concedere la proroga].

La lentezza con cui procede il “salvataggio” greco, se da una parte è un calvario per la popolazione, dall’altra ha consentito ai creditori, in particolare alle banche francesi e tedesche – quelle tedesche specialmente, di ridurre in modo considerevole la loro esposizione rispetto ai picchi del 2008, come si evidenzia dal grafico (rosso Francia, verde Germania):

Image

L’autore del post spiega testualmente: ” A fronte del secondo salvataggio si concordò di tagliare il debito privato greco per 100 mld di euro. L’operazione fu fortemente voluta dalla Germania, ma l’onere del concordato finì per essere assunto dal capitale di altri paesi, in quanto il debito [greco detenuto] dalle banche tedesche è fondamentalmente pubblico e quindi non è incluso nel taglio, e tale debito è stato riacquistato dalle banche greche o dalla BCE. Questo spiegherebbe la brusca caduta del grafico per quanto riguarda l’esposizione tedesca, mentre la Francia, con prestiti concentrati nel settore privato non bancario, mantiene un’esposizione intorno ai 40 mld di euro.”

[In un articolo di  Bloomberg che risale al 24 maggio scorso, si sostiene che per effetto del meccanismo di compensazione Target 2 quelli che erano esposizioni di banche private tedesche verso la Grecia sono diventati crediti della Banca Centrale Tedesca nei confronti di tutte le altre Banche Centrali, in pratica diluendo il rischio sulle spalle di tutti i contribuenti dell’eurozona anziché sui soli contribuenti tedeschi : ” quando le banche tedesche richiamarono i loro prestiti dalla Grecia, la Banche Centrali dell’area euro compensarono collettivamente il deflusso con prestiti alla Banca Centrale Greca, e l’ammontare comparve sul bilancio della Bundesbank come esposizione nei confronti dell’intera eurozona”.].

[Lo stesso articolo esordisce osservando con molta acutezza, a proposito di cicale e formiche, che “irresponsible borrowers can’t exist without irresponsible lenders” ossia non possono esistere debitori irresponsabili senza irresponsabili creditori. (Qui l’articolo completo)]

[Da un corsivo di Vladimiro Giacché su Pubblico di ieri 17/10, leggo che Wolfgang Munchau – conosciuto editorialista del Financial Time, ha affermato a proposito delle recenti proposte della Troika: “Al punto in cui siamo, le politiche adottate per risolvere la crisi dell’eurozona stanno facendo più danni di qualunque cosa possa aver causato originariamente quei problemi“. Chissà se anche Monti avrà letto questa riflessione].

Allacciare le cinture.

Informazioni su Mauro Poggi

Fotodilettante Viaggiamatore
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3 risposte a Della Grecia, di banche, di burocrati viaggianti.

  1. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. fausto ha detto:

    Mi mancano le notizie “reali” dalla Grecia: la cortina della propaganda copre tutto. Laggiù le cose si stanno mettendo male davvero, e nascondere i problemi li rende semplicemente esplosivi. E’ stata davvero una idea poco furba rinunciare alla sovranità monetaria, anche per noi italiani.

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